Cinderella Man

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James Braddock è un ragazzino irlandese nella New York del primo dopoguerra, un bambino dal fisico già sviluppato. James è affascinato dal mondo del fratello, buon pugile senza troppo successo, una suggestione forte e naturale che lo porta a mettere i guantoni per caso e a scoprire di essere nato per combattere sul quadrato. Un inizio di carriera travolgente, una serie di vittorie che significa l'improvviso benessere per sé, per la giovane moglie e famiglia. Quella di Braddock è una strada che sembra lastricata di gloria e fortuna, la vita di un padre adorabile, un buon lavoratore, sia sul ring che al porto, dove va di tanto in tanto per arrotondare e tenersi in forma. Ma soprattutto, James Braddock è un buon americano, un uomo tranquillo e onesto, e tale resta anche dopo la tragedia, sua e del Paese. La Grande Depressione del 1929, il tracollo economico del sistema nazione americano investono anche il giovane pugile, che vede polverizzati tutti i suoi averi e non trova più incontri né borse adeguate. Costretto a lavori saltuari, colpito da una serie impressionante di infortuni, Braddock riesce a non perdere la fiducia e inizia una lenta risalita, coraggiosa prima ed eroica poi, fino alla vittoria del titolo mondiale contro il carnefice Max Baer (l'uomo che stese Carnera 11 volte nello stesso incontro) e alla sconfitta carica di significati simbolici con il nero Joe Louis. Presa a esempio dalle più alte cariche dello Stato quale modello del coraggio dell'americano vero, quella di Braddock è una storia meravigliosa e commovente, portata sugli schermi cinematografici da un film diretto da Ron Howard e interpretato da Russel Crowe.