La tigre azzurra
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Rosalie Laurent is the proud owner of Luna Luna, a little postcard shop in Saint-Germain, and if it were up to her, far more people would write cards. Her specialty is producing “wishing cards,” but where her own wishes are concerned, the quirky graphic artist is far from lucky. Every birthday Rosalie sends a card inscribed with her heart’s desire fluttering down from the Eiffel Tower—but none of her wishes has ever been fulfilled. Then one day when an elderly gentleman trips in her shop and knocks over a postcard stand, it seems that her wish cards are working after all. Rosalie finds out that it is Max Marchais, famed and successful author of children’s books who’s fallen into her life. When he asks her to illustrate his new (and probably last) book, Rosalie is only too glad to accept, and the two—very different—maverick artists become friends. Rosalie’s wishes seem to be coming true at last until a clumsy American professor stumbles into her store with accusations of plagiarism. Rosalie is hard-pressed to know whether love or trouble is blowing through her door these days, but when in doubt, she knows that Paris is always a good idea when one is looking for the truth and finding love.
Mon cher Monsieur, vi starete chiedendo chi è che vi scrive. Non ve lo dirò. Non ancora. Rispondetemi, e provate a scoprirlo. Forse vi aspetta un’avventura che farà di voi l’uomo più felice di Parigi. La Principessa.” Così comincia la lettera che stravolgerà la vita di Jean-Luc Champollion, l’affascinante proprietario di una galleria di successo in rue de Seine. Molto sensibile al fascino delle donne, che lo ricambiano volentieri, Jean-Luc vive in uno dei quartieri più alla moda di Parigi, in perfetta armonia con il suo fedele dalmata Cézanne. Tutto procede al meglio, tra vernissage, allegri ritrovi con gli amici nei café di Saint-Germain-des-Prés e romantiche passeggiate au clair de lune lungo la Senna. Finché, una mattina, Jean-Luc scorge qualcosa nella posta: una busta azzurra, scritta a mano. È una lettera d’amore, o meglio, una delle più appassionate dichiarazioni d’amore che lui abbia mai ricevuto, ma non è firmata: la misteriosa autrice, nascosta dietro uno pseudonimo, lo sfida a smascherarla dandogli una serie di indizi. Per quanto perplesso, Jean-Luc sta al gioco. Ma l’impresa non sarà affatto semplice: chi sarà mai la deliziosa impertinente che sembra conoscere così bene le sue abitudini e si diverte a stuzzicarlo? Stregato dalle sue parole, Jean-Luc cercherà di dare un nome a quella donna così intrigante e sfuggente il cui volto gli è del tutto sconosciuto. O forse no?
Questo testo raccoglie il lungo diario tenuto da Werner Herzog durante i due anni e mezzo di lavorazione del suo film "Fitzcarraldo" nella giungla amazzonica, tra il giugno 1979 e il novembre 1981. Protagonisti di queste pagine sono, come nel film, la lussureggiante foresta pluviale e le sue popolazioni di indios che a centinaia lavorarono come comparse nella pellicola, oltre a Klaus Kinski, l'attore preferito di Herzog. Nel descrivere la quotidianità di un'impresa che non ha nulla di quotidiano, Herzog arriva a ripensarsi radicalmente come artista e come uomo, riflettendo sul ruolo dell'arte, sul concetto di civilizzazione, sul senso della violenza e sull'ineluttabile crudeltà della natura.