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Pier Paolo Portinaro

    L'imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia
    Il principio disperazione
    • Eminenti pensatori del Novecento si sono distinti nella produzione di retoriche della rassicurazione, dal «principio speranza» (Ernst Bloch) al «principio realtà» (Helmut Schelsky) al «principio responsabilità» (Hans Jonas). Günther Anders ne costituisce per molti versi l'antitesi. La sua opera è dominata da una retorica dell'intransigenza, che pone il suo radicalismo al servizio del «principio disperazione». La sua filosofia della tecnica ci fornisce l'estrema versione nichilistica delle tesi marxiane sulla reificazione. Ma l'impazienza moralistica che la pervade ne ha fatto una figura simbolo del pacifismo militante, di cui ha, forse più lucidamente di ogni altro, esibito le sfide, i limiti e le contraddizioni. Gli studi che compongono questo trittico (Il principio disperazione, Tecnica e distopia, Etica a una dimensione) intendono riproporre una meditazione sui dilemmi scandalosi del nostro tempo, a partire dalla biografia di questo suo «spettatore indignato».

      Il principio disperazione
    • L’età dei genocidi è alle nostre spalle? Se facciamo una ricostruzione storica e comparativa dei casi, sforzandoci di comprendere la violenza genocidaria nelle sue molteplici manifestazioni, ci sono molti segnali che inducono a ritenere che anche il XXI secolo sarà un secolo di pulizie etniche e di genocidi. Non si può non rilevare, infatti, che in molte aree del mondo in cui la saturazione demografica raggiunge livelli d’insostenibilità, la sindrome dell’‘uomo superfluo’ si sia aggravata. A ciò si aggiunge l’aumento della violenza democidaria, di cui il terrorismo internazionale è l’esempio più eclatante.

      L'imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia