Victor Erofeyev es un escritor cuya obra profundiza en los aspectos más oscuros de la psique humana y la sociedad. Su prosa explora con frecuencia temas como el sexo, la violencia y la muerte a través de una estética grotesca, desafiando las nociones convencionales de la literatura. Influenciado por una exposición temprana a obras prohibidas e indagaciones filosóficas, Erofeyev ha formulado manifiestos artísticos radicales y ha conectado la literatura rusa con corrientes filosóficas europeas. Su escritura, a menudo considerada disidente y controvertida, tiene como objetivo cuestionar las normas sociales y ofrece una lente provocativa para observar la realidad.
Russkij sostoit iz "nichego," kotoroe vklyuchaet v sebya "vsyo." Russkij schitaet, chto emu nichego ne prinadlezhit. Russkij schitaet, chto emu prinadlezhit ves' mir. Pri vneshnej myagkosti i pevuchesti Rossii, pri ee bab'em oblichij, lyubvi k kefiru, v etoj strane zhivet naselenie s chudovischnym appetitom. Vchera - vsyo, segodnya - nichego, nazavtra - snova vsyo.
Irina Vladimirovna, autentico genio di bellezza e d'amore (come si legge in una poesia di Puskin), assoluta e generosa, vive in un'epoca che volge alla fine e che preannuncia profondi cambiamenti. Irresistibilmente attratta dalla vita e dal sesso, Irina è aggressiva e indifesa, dedita al lusso e ai piaceri: apprezza solo gli uomini ricchi e potenti, il suo linguaggio è crudo e spavaldamente sessuale e la sua vita una continua avventura. Pubblicato troppo in anticipo sui tempi, "La bella di Mosca" raccontava allora (1982) la Russia di oggi, caleidoscopica e travolgente.