Un prófugo de una prisión de alta seguridad en Australia y llega a Bombay dejando tras de sí toda su vida anterior: una ex - esposa y una hija de la cual ha perdido su custodia. Su nombre es Lin, pero pronto será conocido como Shantaram, el hombre de la paz de Dios. En Bombay conoce a Prabaker, su guía hindú, poseedor de una eterna sonrisa que le hace ganarse a todo el mundo. Prabaker le enseña a hablar hindú y marathi y lo sumerge en el Bombay turística y en el desconocido Bombay de los bajos fondos. Durantes este viaje conocerá a la hermosa y peligrosa, Karla, que ocultará un oscuro pasado y de la que, cómo no puede ser de otra manera, se enamorará perdidamente. La novela combina el relato épico con pasajes de gran belleza, humor y sensibilidad a la vez que conmueve la mente y el corazón e induce a la reflexión. Es por otra parte, un gran homenaje literario a Bombay.
It is 1939. Eva Delectorskaya is a beautiful 28-year-old Russian émigrée living in Paris. As war breaks out she is recruited for the British Secret Service by Lucas Romer, a mysterious Englishman, and under his tutelage she learns to become the perfect spy, to mask her emotions and trust no one, including those she loves most. Since the war, Eva has carefully rebuilt her life as a typically English wife and mother. But once a spy, always a spy. Now she must complete one final assignment, and this time Eva can't do it alone: she needs her daughter's help.
Brighton è tutta una follia ormai, una caotica e affascinante follia: il dedalo di vicoletti a nord del Padiglione Mughal pieno di sibille e veggenti; un tizio con la cresta rosa da mohicano che brancica un rosario tibetano; negozietti che vendono le scritture indù interpretate da guru muniti di Rolls-Royce; manifesti che pubblicizzano rituali del sole shaunee, lezioni di tamburo ashanti… In mezzo a questo bazar nel cuore della vecchia Inghilterra, si aggira Bhalu, libraio del Sussex nato in India. Bhalu ha da poco celebrato a Londra il funerale di sua madre Maya, scrittrice e sceneggiatrice famosa nell’India degli anni Cinquanta che, da buona indù per «stile di vita», come amava definirsi, avrebbe probabilmente gradito una pira di legno di sandalo impregnata di burro chiarificato e cosparsa di undici diverse specie di gelsomino, ma al West London Crematorium non potevano certo permettersi lussi del genere. La cerimonia si è svolta in fretta e, nella cappella gremita di espatriati di Bombay, Bhalu ha parlato del socialismo di sua madre e del suo rispetto per Gandhij. Un intervento breve, durato giusto il tempo per notare in prima fila un paio di ginocchia attraenti, ben tornite, tenute strette e graziosamente reclinate da una parte. Bhalu è rimasto turbato da quella visione e ancora di più dai primi incontri con la proprietaria di quelle deliziose sporgenze: Phoebe, l’incantevole figlia di Sybil, l’amica di sua madre. Phoebe che, quando erano bambini in India, vestita come i piccoli inglesi nelle illustrazioni dei vecchi libri, socchiuse un giorno gli occhi di un grigioverde stupefacente e gli diede un bacio sulle labbra. Dove ha scovato la bella Phoebe i diari di Sybil, sua madre? Da quale antico secrétaire sono saltate fuori quelle pagine che, come un racconto di Maya intitolato Punizione, alludono enigmaticamente a un certo Mister Love, così importante nella vita delle due vecchie amiche e morto in circostanze oscure? Romanzo avvincente, dalla scrittura straordinariamente raffinata, La morte di Mister Love ci riporta nella magica atmosfera dell’India degli anni Cinquanta, nei suoi salotti pieni di candele e colori, animati da donne dagli occhi grandissimi e scuri, e da artisti, musicisti e cineasti dandy e impegnati.