. 8vo pp. 390 Rilegato, sovracoperta (hard cover, dust jacket) Ottimo (Fine) Si aggiungono altri 3 libri dello stesso autore in prima edizione, stesso editore e collana, tutti rilegati con sovracoperta, in ottime 1) Il viaggiatore spaesato. 1996, pp. 204 ; Metropolis. Milano nella tempesta italiana, 1993, pp. 294; Il sottosopra. L'Italia di oggi raccontata a una figlia, 1994, pp. 302
La crisi economica e l’autoritarismo strisciante, il circo berlusconiano e il discredito internazionale. Il suicidio della sinistra e il ritorno dei fascisti. L’Italia delle ronde e l’Italia dei respingimenti. Il 2009 sarà ricordato come un anno nero della nostra storia. Un anno in cui molti nodi sono venuti al pettine, tutti insieme, e ci hanno riconsegnato un paese stanco, involgarito, ripiegato su se stesso e sui suoi atavici difetti.Giorgio Bocca racconta il nostro Annus Horribilis con la veemenza e l’intransigenza di cui può essere capace solo un grande “antitaliano” come lui. La sua è un appassionato j’accuse contro i mali apparentemente inestirpabili della nostra vita pubblica: il trasformismo, l’opportunismo, la memoria corta, la furberia diffusa, l’impunità, l’ossequio al potente di turno..
Giorgio Bocca analizza gli effetti della rivoluzione planetaria in corso, una rivoluzione che coinvolge anche il nostro paese. Dopo il "secolo del lavoro" si apre quello della "democrazia finanziaria", dell'informatizzazione, del mercato globale. E' un passaggio non privo di contraddizioni: gli Stati nazionali appaiono sempre più inadeguati di fronte alla mondializzazione, eppure rimangono gli arbitri della spesa pubblica; mentre le telecomunicazioni mettono in contatto con qualsiasi punto del pianeta, fioriscono i localismi; l'imperialismo finanziario miete successi senza bisogno degli eserciti e contemporaneamente la disoccupazione continua ad aumentare. L'autore affronta questi nodi cruciali anche alla luce delle particolarità italiane.
Sessant'anni fa, a guerra appena finita, Giorgio Bocca ha scritto questo saggio sui partigiani delle montagne, in senso più lato sulla Resistenza. Un saggio che semplicemente vuol dire ai revisionisti dell'ultima ora: le cose sono andate esattamente così. Una minoranza di italiani, i soliti mille delle imprese disperate, ha raccolto dal fango in cui erano state gettate le stellette del popolo in armi e, senza eroismi e senza retorica, ha messo in piedi in venti mesi la Resistenza più forte in Europa dopo quella iugoslava. Quarantacinquemila partigiani caduti, ventimila feriti o mutilati, gli operai e i contadini per la prima volta partecipi di una guerra popolare senza cartolina precetto, una formazione partigiana in ogni valle alpina o appenninica, un comitato di liberazione in ogni città e villaggio, l'appoggio della popolazione, la cruenta, sofferta gestazione di una Italia diversa, la fatica paziente per armare e far vivere un esercito senza generali. E alla fine tutti a casa senza ricompense e privilegi.
Dalle prime vittoriose battaglie fino all'inevitabile resa di fronte alle truppe tedesche e fasciste, il libro racconta la luminosa, breve parabola di libertà in val d'Ossola. Una vera epopea popolare che, nell'autunno del 1944, suonò come un preannuncio della vicina Liberazione e attirò l'attenzione dei giornali di tutto il mondo. Lo sguardo lucido dell'autore coglie lo slancio civile, ma mette anche in rilievo le diverse anime, spesso in rapporto conflittuale, della Resistenza italiana. Raccontando episodi drammatici e aneddoti curiosi, descrivendo i personaggi noti e meno noti, spiegando il rapporto non sempre facile dei partigiani con gli Alleati angloamericani.
Settant'anni di vita italiana, dalla guerra partigiana al dopoguerra, al Sessantotto, agli anni di piombo, la mafia, l'assassinio del generale Dalla Chiesa, la storia minore e quella maggiore d'Italia, personaggi poco noti, ma significativi, la cui vita si intreccia come in un romanzo con quella dei grandi personaggi.