Il Collega di Lavoro

Uomini veri. Sporchi di vita, non di retorica. In questi racconti la carne pulsa, il desiderio graffia, e il silenzio tra due sguardi può dire più di mille parole. Nessun sentimentalismo, solo l’attrito tra corpi e volontà che si sfidano, si riconoscono, si prendono. Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, *Il Collega di Lavoro*, tutto nasce da un viaggio di lavoro, un hotel d’affari, due colleghi che si conoscono da anni. Riccardo è un uomo imponente, sicuro, un tipo che si fa notare anche senza volerlo. L’altro lo guarda da sempre con un misto di rispetto e disagio. Ma quella sera, nella penombra della stanza, l’imbarazzo cambia odore. E diventa fame. Bussai alla sua porta con la scusa della presentazione da sistemare. Mi aprì in tuta e maglietta, rilassato, con quel rigonfiamento evidente sotto la stoffa leggera che sembrava danzare ad ogni passo. Dentro, il portatile acceso trasmetteva un porno a volume basso. Riccardo sorrise. Io mi sedetti. Lui restò in piedi. Il suo cazzo era lì, vivo, presente, impossibile da ignorare. «Cazzo, cos’è quello?», dissi. Ma non guardavo lo schermo. Uomini che non chiedono il permesso di desiderare. Che sfidano, provocano, a volte cedono. "Il Collega di Lavoro" è un viaggio teso, carnale, irresistibile tra le pieghe dell’attrazione maschile. Senza sconti. Senza veli. A volte basta uno sguardo fuori posto, un silenzio troppo lungo, una porta che si chiude — e non c’è più via di fuga.