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Daria Bignardi

    14 de febrero de 1961
    Un karma pesante
    Linus chiama Italia
    Oggi faccio azzurro
    Non vi lascerò orfani
    L'acustica perfetta
    El amor que te mereces
    • UNA AUTORA DE NOVELA NEGRA VIAJA HASTA LA MISTERIOSA FERRARA PARA INDAGAR UNA HISTORIA FAMILIAR Antonia es una escritora de novela negra. Tiene treinta años y vive en Boloña con un comisario de policía, de quien espera su primer hijo. Cuando descubre un secreto por mucho tiempo ocultado en el seno familiar por parte de su propia madre, emprende un inesperado viaje a Ferrara, una ciudad envuelta en misterios y silencios. Cree que allí hay una historia que contar. Sin embargo, pronto emergen las preguntas que se esconden no sólo detrás de esos secretos, sino también tras un sendero más íntimo, un camino de emociones cruzadas. ¿Cómo puede ser el amor la fuerza más creativa y a la vez más destructiva? ¿Qué estamos dispuestos a jugarnos? ¿El amor se merece?

      El amor que te mereces
    • Non vi lascerò orfani

      • 160 páginas
      • 6 horas de lectura

      La sopravvivenza dei figli ai genitori è vista in tutte le tradizioni come un fatto naturale. A maggior ragione quando la scomparsa del genitore non lascia un piccolo orfano ma un orfano adulto. Eppure il dolore dell'orfano adulto non è meno intenso. L'opera di Daria Bignardi scava in questo dolore, lo analizza, lo racconta. La morte della madre è, insieme, il momento della sofferenza e quello del confronto con la prima vita altrui con la quale si è venuti a contatto - e quindi con la propria stessa vita: l'infanzia dei ricordi, l'adolescenza dei contrasti, la giovinezza delle fughe, l'irreale maturità. La morte di una madre ci fa sentire parte di una storia di famiglia, di un mondo, di una genealogia, addirittura di un periodo storico. E di un racconto: il racconto di queste pagine nelle quali sarà, per chiunque, pur nell'assoluta singolarità della voce narrante, facilissimo riconoscersi.

      Non vi lascerò orfani
    • Oggi faccio azzurro

      • 168 páginas
      • 6 horas de lectura

      «Mi chiamo Gabriele, come l'arcangelo» aveva detto, «ma qui in Germania è un nome da donna. Il tuo invece che razza di nome è?» Galla si chiama così in onore dell'imperatrice Galla Placidia: «Darmi quel nome è stato uno dei pochi gesti coraggiosi di mia madre». Da quando è stata lasciata dal marito, improvvisamente e senza spiegazioni, passa le giornate sul divano a fissare la magnolia grandiflora del cortile, fantasticando di buttarsi dal balcone per sfuggire a un dolore insopportabile di cui si attribuisce ogni colpa. Esce di casa solo per vedere la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere. «Da quando Doug mi ha lasciata sto bene solo dentro. Canto con altre dieci volontarie in un coro di detenuti tossicodipendenti. Anche io devo disintossicarmi.» Durante il primo viaggio da sola, a Monaco di Baviera, entra per caso in un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter. Galla, che da ragazza studiava arte, ricorda solo che la Münter era nel gruppo del Cavaliere Azzurro con Vasilij Kandinskij. Ma quel giorno le sue opere «così piene di colore e prive di gioia» la ipnotizzano. Da quel momento la voce di Gabriele entra nella vita di Galla: la tormenta, la prende in giro e intanto le racconta la sua lunga storia d'amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con Doug. Mentre il dialogo tra le due si fa sempre più animato, la strada di Galla incrocia quella di altri due pazienti di Anna Del Fante: Bianca, un'adolescente che non riesce più ad andare a scuola, e Nicola, seduttore compulsivo e vittima di attacchi di panico. Le imprevedibili conseguenze di questo incontro potrebbero cambiare le vite di tutti e tre.

      Oggi faccio azzurro