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Perifrasi del concetto di fame

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Il 17 settembre 1915, Leo Spitzer inizia a lavorare a Vienna nell'Ufficio centrale della censura postale dell'esercito austro-ungarico, responsabile della revisione della corrispondenza dei prigionieri italiani. Era vietato menzionare la fame, considerata una minaccia per il prestigio dell'impero. Spitzer, tuttavia, non può permettere che queste testimonianze vadano perdute. Così, si trattiene oltre l'orario per copiare centinaia di estratti dalle lettere, prima di oscurare i riferimenti alla fame. Nel 1920, al termine della guerra, pubblica uno studio sulle varianti linguistiche inventate dagli italiani per comunicare la loro sofferenza senza esplicitarla, chiedendo l'invio di pacchi alimentari. Le lettere sono popolate da personaggi come lo Zio Magno e la Signorina Uchefem, e rivelano la creatività linguistica di prigionieri poco avvezzi alla scrittura. Le soluzioni e i giochi di parole utilizzati per descrivere la loro condizione sono degni di professionisti. Con questa opera, Spitzer compie un gesto significativo, preservando le testimonianze di chi ha sofferto in uno dei periodi più bui della storia, permettendo così che le loro voci non vengano dimenticate.

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Perifrasi del concetto di fame, Leo Spitzer

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2019
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